• giovedì , 25 aprile 2024

Le caratteristiche del tessuto non tessuto per la produzione di mascherine chirurgiche e FFP2q

Apparecchiature elettromedicali e dispositivi sanitari hanno l’obiettivo di preservare la salute dei pazienti e dei sanitari che li assistono, cercando di prevenire l’insorgenza delle malattie oppure con l’obiettivo di contrastarne gli effetti. Tutti ormai abbiamo preso confidenza coi comportamenti di igiene più utili per evitare la diffusione dei virus, a partire dall’indossare le mascherine chirurgiche e poi col passaggio alle più efficaci mascherine FFP2.

Con quali materiali sono realizzate? E quali caratteristiche hanno questi materiali?

Con questo articolo parleremo di un particolare materiale, che è il tessuto non tessuto per mascherine, cioè un prodotto industriale che si chiama così perché ha l’aspetto simile a quello di un tessuto. In realtà è realizzato con polimeri che utilizzano procedimenti diversi, rispetto ai tradizionali metodi di tessitura che conosciamo. In questo modo il tessuto non tessuto per mascherine può essere un efficace strumento per realizzare mascherine chirurgiche ed FFP2 che siano davvero efficaci e proteggano pazienti e operatori sanitari, evitando quindi la diffusione di malattie portate da virus e batteri.

Come sono fatte le mascherine in TnT?

Le mascherine sono realizzate con la tecnica degli strati sovrapposti di tessuto non tessuto. Più strati si mettono, maggiore sarà la capacità della mascherina di proteggere, lasciando filtrare l’aria e trattenendo le particelle più grandi, come quelle di vapore acqueo generato dalla respirazione, che contengono i nemici della nostra salute.

Solitamente nelle mascherine chirurgiche sono tre gli strati di TNT che vengono sovrapposti. Non sono realizzati tutti secondo la stessa tecnica, ma con le due tecniche differenti. Una è la tecnica Spunbond che garantisce più resistenza del materiale e maggiore capacità di bloccare, mentre l’altra tecnica è quella del Meltblown, che permette di realizzare strati più mordibi ma con maggiori capacità di filtraggio. In genere si alternano strati di tessuto non tessuto per mascherine realizzati con tecnica Spunbond con strati più interni realizzati con tecnica Meltblown.

L’esterno della mascherina rivolto verso gli altri deve garantire resistenza meccanica e proprietà idrofobe di respingere le particelle di acqua che si trovano nell’aria e che si liberano a seguito di uno starnuto. Il tnt diventa idrofobo solo se viene appositamente trattato. Gli strati intermedi, invece sono costituiti da microfibre con tecnica Meltblown, mentre il lato interno che aderisce al volto, realizzato sempre in tessuto non tessuto, ritorna alla tecnologia Spunbond con lo scopo di bloccare il più possibile il passaggio di microbi, cioè batteri e virus. Non solo dobbiamo evitare di essere contagiati, ma a nostra volta non dobbiamo nemmeno contagiare gli altri.

Quali materiali si usano per il Tnt delle mascherine?

Si chiamo Polipropilene (PP) e poliestere (PE) i due polimeri maggiormente utilizzati per produrre il tessuto non tessuto per mascherine. Se le chirurgiche già le conoscevamo e non utilizzavamo, se non poi costretti dalle varie normative, col tempo abbiamo imparato ad apprezzare le mascherine FFP, un tempo usate soprattutto nel settore industriale. Sono molto più funzionali rispetto alle mascherine chirurgiche perché avendo più strati di TNtT a trama fitta per la parte esterna e filtrante per la parte interna, possono bloccare polveri, fumi e soprattutto sostanze patogene, quindi le goccioline di saliva o di vapore acqueo che contengono i virus.

Mascherine-Monouso

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